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Malattia da reflusso gastroesofageo: i rimedi della Fisioterapia

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Cari Amici & Amiche, chi non ha mai avuto problemi di acidità, bruciore di stomaco e reflusso gastroesogafeo? Se ci sta leggendo, alzi la mano!

A questo punto, se stai ripensando alle notti insonni che questi sintomi ti hanno procurato, o a quel dolore al petto che ti ha fatto sobbalzare (e pure imprecare) temendo problemi di natura cardiaca, oggi ho una buona notizia per te. Ovvero, un nuovo articolo a cura del Dottor Daniel Di Segni, esperto in Fisioterapia, Terapia Manuale, Rieducazione Posturale e Trattamento post-operatorio.

Buona Lettura.

 

Nella pratica clinica di un fisioterapista molti pensano che possa capitare solo la riabilitazione delle lesioni ortopedico o i dolori muscolari; purtroppo non è molto noto come anche questo campo di riabilitazione comprenda anche il trattamento di alcune problematiche relative ai visceri determinando molto spesso anche un grande miglioramento a livello globale.

Infatti nella pratica clinica di un fisioterapista non deve mancare, a mio avviso, anche l’applicazione della terapia manuale viscerale.

Ma cosa si intende?

Si intende l’applicazione di alcune tecniche specifiche per riequilibrare ed intervenire sui pattern disfunzionali della mobilità dei vari organi e correggerli in funzione di una riarmonizzazione dell’organo, intervenendo sui sistemi di sostegno e sul connettivo che avvolge il singolo distretto viscerale.

Una malattia che spesso mi trovo a trattare in studio è sicuramente la malattia da reflusso gastroesofageo: questo tipo di condizione è molto frequente negli ultimi periodi, proprio perché è anche molto legata a fattori emozionali e psicologici.

Una malattia che spesso mi trovo a trattare in studio è sicuramente la malattia da reflusso gastroesofageo.

Cos’è la malattia da reflusso gastroesofageo?

Questo tipo di condizione è molto frequente negli ultimi periodi, proprio perché è anche molto legata a fattori emozionali e psicologici.

Per cercare di far comprendere bene i lettori, può essere intesa come la risalita di una porzione del contenuto gastrico (generalmente composto da acido) nell’esofago, determinando una sensazione di dolore, bruciore e senso di oppressione toracica.

Quali sono i sintomi più comuni del reflusso gastroesofageo?

  • sensazione di rigurgito acido nell’esofago
  • bruciore localizzato al petto (retrosternale) e allo stomaco con irritazione delle mucose

 I sintomi più atipici collegati al reflusso sono:

  • Asma
  • Sensazione di nodo alla gola
  • Singhiozzo
  • Insonnia
  • Difficoltà digestive
  • Laringite, raucedine, tosse
  • Otite media

Come abbiamo detto questa condizione è alimentata anche da stati d’animo particolari come stress, depressione, ansia e dolore psicologico, mentre è importante conoscere i meccanismi di contenimento del contenuto gastrico e come la fisioterapia può aiutare in questo tipo di disturbo.

É essenziale ricordare come nella parte inferiore dell’esofago  sia presente uno sfintere (cardias) che ha proprio la funzione di evitare la risalita acida dallo stomaco: questo sfintere passa all’interno di un foro nel diaframma (iato esofageo) che si stringe durante l’inspirazione diaframmatica e si apre durante l’espirazione.

 Questo sfintere che ha quindi la funzione di mantenere in sede l’acido e non arrecare irritazione alle cellule dell’esofago, presenta una componente muscolare e un network di connessione connettivale con il diaframma e con tutti gli elementi di stabilizzazione del diaframma.

Possibili cause del reflusso gastroesofageo

La condizione di malattia da reflusso gastro esofageo si verifica quindi quando la pressione a livello dello sfintere esofageo inferiore diminuisce rispetto ai 2 mmHg: questo accade per improvvisi rilasciamenti del Cardias che normalmente mantiene un tono pressorio costante.

Tale calo di pressione induce a pensare che alla base di  questa patologia vi sia un’alterazione del controllo muscolare dello sfintere di origine nervosa oppure ormonale. A volte però avviene che ci sia un ispessimento delle fibre dello sfintere esofageo che determina un aumento della pressione (rispetto al corpo esofageo) con valori normalmente oscillanti tra 12 e 30 mm Hg.

Si credeva infatti che la malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE) si associasse sempre ad uno stato di cronica ipotonia dello sfintere, ma è accertato che molti pazienti hanno una pressione del LES normale.

Quali rimedi offre la fisioterapia al reflusso gastroesofageo?

Innanzitutto è fondamentale che il professionista conosca molto bene la fisiologia e l’anatomia dell’organo in esame e capire in che stato è il paziente attraverso anche una valutazione di semeiotica completa (per escludere condizioni da red flag).

Nel mio studio per esempio, nei casi in cui mi trovi davanti ad una malattia da reflusso gastro-esofageo, la prima cosa che è necessario trattare è il diaframma.

Questo muscolo è fondamentale per la respirazione ma anche perché distribuisce una grande forza a livello viscerale. Infatti è facile percepire una qualche disfunzione diaframmatica sia a livello palpatorio che a livello funzionale: quando si prova a infilare una mano sotto il costato, se il diaframma è in accorciamento questo sarà difficile a livello tissutale e verrà percepito come doloroso da parte del paziente.

Ricordo come spesso un qualche problema relativo al diaframma possa esser percepito dal paziente anche in altri distretti corporei, come per esempio la cervicale (in quanto il diaframma riceve un’innervazione proveniente dal rachide cervicale).

Il diaframma poi determina, durante i vari atti respiratori, un’influenza sui vari organi a livello addominale: lo stomaco è la struttura che subisce maggiormente le pressioni che provengono dal diaframma e acquisisce un pattern motorio molto particolare.

Infatti prima di correggere un’eventuale disfunzione di movimento o in inspirazione o espirazione, è bene valutare e trattare i vari sostegni che stabilizzano e tengono in sede lo stomaco; queste strutture sono importanti perché giocano un ruolo fondamentale anche nelle condizioni come l’ernia iatale.

I legamenti dello stomaco collegano questo viscere al diaframma, al fegato, alla milza, al colon e proseguendo poi attraverso un continuum connettivale con il mesentere: questa interrelazione fa comprendere come quindi tutti gli organi siano inequivocabilmente collegati tra loro e si influenzino tra loro.

Proprio per questo motivo è importante avere una buona capacità di “ascolto” degli organi e percepire se questi presentano eventuali disfunzioni e, nel caso presenti, correggerle in più tempi respiratori: queste correzioni, soprattutto nei pazienti che hanno problemi allo stomaco, vengono ben tollerate dall’organismo e vengono riprodotti in maniera ben distinte dei borborigmi che simboleggiano proprio una sorta di liberazione delle strutture che adesso potranno muoversi con normalità.

Logicamente, la malattia da reflusso gastro-esofageo è una condizione che va trattata in maniera multidisciplinare in quanto c’è una componente multifattoriale che induce questa situazione; per questo motivo oltre al medico gastroenterologo che avrà un ruolo importante nella somministrazione dei vari farmaci antiacidi e inibitori della pompa protonica, va affiancata anche la figura della nutrizionista per avere un corretto regime alimentare e quella del fisioterapista che può intervenire per favorire un corretto movimento dei visceri e favorire la normalità dell’organismo.

Articolo a cura del Dr. Daniel Di Segni, Dottore in Fisioterapia

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